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L'En Dehors


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Énième opération répressive d’été contre les anarchistes en Italie
Lu sur non-fides : "Le 1er septembre 2012, le parquet de Bologne continue à donner sa propre contribution aux manœuvres répressives qui ont frappé le mouvement anarchiste en Italie ces derniers mois d’été. Aux premières heures du matin, plusieurs domiciles ont été perquisitionnés, et il a été annoncé à 13 compagnons et compagnonnes leur mise en examen dans l’opération nommé "Thor"... vu qu’une des actions prise en compte concernerait un distributeur de billets défoncé à coups de marteau. D’après ce qu’on sait, il n’y a pas d’incarcérés.
Lire la suite ici
Ecrit par libertad, à 21:40 dans la rubrique "International".

Commentaires :

  revolte
05-09-12
à 10:14



Avec les pieds bien appuyés sur les nuages


Lorsque souffle la tempête, certains vont de l’avant avec courage et passion, soutenus par la force de leurs propre idées. Devant eux s’annonce un monde sans exploités ni exploiteurs, sans cages physiques ni morales, et cette liberté, ils ne la souhaitent pas seulement pour eux, mais aussi pour tous ceux qui, les yeux ouverts et avec les pieds bien sur terre, se rendent compte de l’esclavage quotidien qui les enserre. Ce sont les anarchistes, souvent dénigrés et emprisonnés ; ils désirent ici et maintenant l’utopie d’une vie digne d’être vécue.



Voilà la dangerosité qui les caractérise, pour laquelle ils sont poursuivis par l’Etat et taxés de terrorisme. Insoumis, ils ne sont pas disposés à s’anéantir, eux et leur esprit, face à la consommation de marchandises ou à vivre une réalité virtuelle devant un ordinateur. Ils s’obstinent à communiquer, à écrire et à se rencontrer, à se révolter contre ce qu’ils trouvent intolérable : une dévastation environnementale, une usine de mort, le travail aliénant, une prison.

Ces derniers mois, les opérations répressives de l’Etat contre les anarchistes et les rebelles ont été innombrables. Les plus récentes ont été faites à l’ombre du trop fameux article 270bis, “association à finalité de subvertir l’ordre démocratique”. Un article qui permet d’enfermer pour un peu de temps les indésirables du Pouvoir. Un article utilisé dans trois différentes opérations judiciaires : l’opération “Ardire”, l’opération “Mangiafuoco”, et jusqu’à la dernière contre des compagnons du Trentino. Il y a actuellement douze incarcérés, des dizaines de compagnons sous enquête et perquisitionnés. A cela, on doit ajouter la répression contre certains No-Tav qui se battent contre la dévastation du Val Susa et la condamnation définitive de certains compagnons à des peines très lourdes, pour les événements de Gênes en 2001. Une tentative de l’Etat de décimer ceux qui soufflent sur le feu de la rébellion. Un exemple contre tous ceux qui veulent relever la tête. Une démonstration de force de la domination, toujours en guerre, qui traite en ennemis tous ceux qui s’opposent à ses plans d’exploitation et d’accumulation.

Que reste-t-il à faire, alors ? Reste la volonté d’abattre cet existant mortifère et inique. Reste la détermination de ceux qui luttent pour briser la chaîne de la normalité qui étouffe la vie de tout un chacun. Restent les idées, détonateurs à allumer contre le totalitarisme de la pensée unique. Restent les luttes à mener toujours plus loin, chacun avec les moyens qui lui conviennent le plus. Reste la solidarité avec les compagnons et tous les rebelles.

Liberté pour tous.

** Source No Fides
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  revolte
12-09-12
à 11:12

Re:


Solidarité Internationale a Marina Gugnaschi,compagne anarchiste condamner a 11ans et 9 mois, victime de la répression du G8 a Genes en 1981.

N'ésiter pas a lui temoigner votre solidarité en lui envoyant cartes postales et lettres a :

Marina Cugnaschi
c/o Casa Di Reclusione Di Milano - Bollate
Via Cristina Belgioioso N° 120 - cap 20157 Milano (MI)
Italie




Ci joint déclaration(en italien) de Marina lors de son procé au tribunal



Prigionieri G8 2001 - Marina Cugnaschi trasferita nel carcere di Bollate
riceviamo e diffondiamo:

Sosteniamo Marina Cugnaschi, Compagna colpita dalla repressione, condannata a 11 anni & 9 mesi per gli scontri del G8 di Genova 2001

La Compagna Marina Cugnaschi ha bisogno del Nostro Sostegno, del Nostro affetto.

La Vita carceraria, come quella di fuori è molto cara
Se frequenti un gruppo politico, se hai una band musicale, se vivi o solamente frequenti un Centro Sociale o una casa occupata, organizzati con i tuoi Compagni e Compagne per creare un evento benefit a sostegno di Marina.

Per inviarle lettere e cartoline :

Marina Cugnaschi
c/o Casa Di Reclusione Di Milano - Bollate
Via Cristina Belgioioso N° 120 - cap 20157 Milano (MI)


per sostegno spese carcerarie e detenzione di Marina Cugnaschi
intestato a:
Valli Massimiliano
CODICE IBAN - IT04U0100501660000000000594




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Dichiarazione in aula della compagna Marina prima che la corte genovese la condannasse ad 11 anni per i fatti del luglio 2001 durante le contestazioni del G8:

Premetto che in quanto anarchica non riconosco come mio interlocutore l'apparato giudiziario, organo dello stato la cui unica funzione consiste nell'essenziale protezione delle classi sociali privilegiate e nella difesa della proprietà privata.
Quindi, con la seguente dichiarazione, principalmente indirizzata all'esterno di questo edificio, colgo l'occasione per rivolgermi a tutti coloro che possiedono i requisiti per poter comprendere le mie parole.
Desidero rivolgermi alle classi subalterne, a coloro che subiscono la condizione alienante di sfruttati e oppressi dall'avanzato e moderno sistema capitalista, sempre più spietato ed escludente.
Premetto altresì che nulla ho da chiarire circa la mia condotta, le mie convinzioni e le mie scelte politiche, tanto meno intendo chiedere clemenza ai signori della corte.
La natura squisitamente politica di questo procedimento penale impone una netta presa di posizione, alla luce soprattutto degli innumerevoli tentativi da parte della magistratura e della stampa di screditare e spoliticizzare davanti all'opinione pubblica gli imputati di questo processo.
Soggetti che loro malgrado sono incappati negli ingranaggi della giustizia borghese e fatti figurare in certi casi come un branco di violenti teppisti, in altri come un'orda di barbari scesi nelle strade di Genova con il preciso intento di devastarla e saccheggiarla.
No signori, intanto l'accusa di devastazione e saccheggio la rinvio direttamente al mittente poiché offensiva e poiché non fa parte del mio bagaglio storico politico.
La classe sociale a cui appartengo è colma fino all'orlo di ingiustizie, soprusi e umiliazioni inflitte dai padroni.
Ed è proprio nel santuario della democratica inquisizione dove viene sistematicamente perpetuata l'ingiustizia sociale, in cui tengo a precisare e ribadire la mia ferma opposizione ad ogni forma di dominio, all'ineguaglianza sociale, allo sfruttamento.
E seppur cosciente che come nemica della vostra classe mi si infliggerà una pena severa poiché portatrice di principi malsani assolutamente in contrasto con l'ordine costituito, vi comunico che personalmente come lavoratrice salariata ho avuto modo di conoscere i veri devastatori e saccheggiatori.
Risiedono nei palazzi di lusso o del potere, sono i padroni, i capi di stato, insomma tutta la classe dirigente di questo sistema infame.
Un'esigua percentuale di individui su questa terra che in nome del profitto, del prestigio e del potere assoluto depredano e saccheggiano l'intero pianeta.
Costringono alla fame ed alla povertà milioni di persone, sia nel sud del mondo che nell'Occidente, sfruttano gli operai sul posto di lavoro fino a renderli schiavi, di conseguenza sono i diretti responsabili delle morti bianche, un vero e proprio stillicidio.
Seppelliscono nelle patrie galere tutti coloro i quali sono costretti a vivere ai margini di questa società opulenta.
Combattono guerre siano esse umanitarie o di conquista poco importa, sterminando intere popolazioni, devastando interi paesi e saccheggiando le loro risorse. E l'elenco potrebbe continuare all'infinito.
Contro tutto ciò è necessario lottare, è necessario porre una strenua opposizione alla dittatura capitalista.
Per quanto mi riguarda è stato questo il senso delle mobilitazioni di lotta antimperialista e anticapitalista a Genova nel 2001, non tanto perché lo ritenei un evento politico unico nella vita degli sfruttati determinato dalla presenza dei padroni della terra, dai quali elemosinare qualche briciola caduta dai loro sontuosi banchetti; lo feci in continuità con un percorso politico già intrapreso, animato dalla forte esigenza di trasformare radicalmente un modello sociale fondato sulla sopraffazione. Lo stesso motivo che mi spinge tuttora a partecipare a momenti di lotta costruiti dal basso, situazioni meno spettacolari e che meno interessano alle telecamere del potere mediatico, ma sicuramente autentici.
A Genova nel 2001 con molta determinazione è stato riaffermato un principio fondamentale, attraverso la riappropriazione di uno spazio urbano negato e reso inaccessibile dall'imponente presenza militare per impedire ogni forma di disapprovazione ai rappresentanti del dominio.
Nessuna sentenza potra' riscrivere la storia di quei giorni. Carlo continuera' a vivere tutti i giorni nelle nostre lotte.

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